Presentazioni

9 novembre 2012 Boi



Nell’ambito de “I venerdì del Centro”

 

Manifestazioni collaterali alla Mostra PERÚ IERI E OGGI
(presso la Biblioteca Umanistica  dal 7-11 al 14-12-2012)

A cura di Martha Canfield

venerdì 9 novembre 2012
ore 17:00
Aula Magna di ex-Architettura

 

La matematica nell’arte contemporanea
da Lucio Fontana a Jorge Eielson
 
Incontro con il Prof. Luciano Boi de l’École des Hautes Études en Sciences Sociales (EHESS) e presentazione del suo libro Pensare l’impossibile. Un dialogo infinito tra arte e scienza, Springer-Verlag Italia, 2012.
Sarà presente l\’artista Emilio Giossi

 

Introduce Martha Canfield
Docente di Letteratura Ispanoamericana (Università di Firenze)

Piazza Brunelleschi 3/4
FIRENZE


Per informazioni
Dott. Andrea Spadola tel 3204868239
info@centroeielson.com

pensare limpossibile

12 giugno 2012 Alberta Bigagli

SOCIETÀ DELLE BELLE ARTI – CIRCOLO DEGLI ARTISTI – “CASA DI DANTE”
Via S. Margherita, 1 Firenze – Tel. 055 218402 – www.circolodegliartisticasadidante.com

Martedì 12 giugno 2012 – ore 16:30

L’Associazione Abbì
presenta il libro

DOPO LA TERRA
Passigli Poesia

di Alberta Bigagli

Per l’occasione il Prof. Gaetano Chiappini
terrà un incontro sul tema
“Nei laboratori del poeta”

La serata proseguirà con una serie di letture dell\’autrice

Partecipano inoltre: Fabrizio Dall’Aglio, editore
Valerio Nardoni, critico letterario

POESIA E NATURA per EMERGENCY

libro poesie e natura-1
Saluti
Mauro Romanelli
Segretario Questore Ufficio di Presidenza CRT

Interverranno

 

Martha Canfield
docente di Letteratura Ispanoamericana dell\’Università degli Studi di Firenze

Bruno Coppola
Università Federico II di Napoli

Valerio Nardoni
critico e traduttore letterario

Alessio Brandolini
poeta

una delegazione di Emergency

Letture poetiche di
Martha Canfield
Alessio Brandolini

 

Corazón abismo di Martha Canfield

invito per corazon abismo
La Facultad de Ciencias Sociales e la Editorial Javeriana di Bogotà
invitano 
martedì 15 novembre 2011 – ore 11,30 a.m.

 

alla presentazione del libro di poesia
Corazón abismo
di Martha Canfield

Intervento di Augusto Pinilla
Sarà presente l’autrice

Centro de Convenciones piano 7 edificio 67

Pietre d’inciampo

invito nistri
Antonella Ciabatti del Centro Studi Jorge Eielson
e Luca Rosi della Redazione di «Collettivo R / Atahualpa»
presentano il libro di ROBERTO NISTRI
Pietre d’inciampo e altri racconti
(Casa Editrice Giuntina, 2011)
Venerdì 28 ottobre 2011 – ore 18
saletta del ristorante I CINQUE SENSI
Via Pier Capponi 3A/ r – Firenze

15 aprile 2011 – Aurelio Arturo

Il Centro Studi Jorge Eielson e l’Associazione Culturale Sguardo e Sogno
hanno il piacere di invitare alla manifestazione

La Colombia oggi tra poesia e musica

Venerdì 15 Aprile 2011

Ore 17,00
Sala delle Feste, Palazzo Bastogi,
Via Cavour, 18-Firenze

intestazione_arturo

casa_al_sud

Presentazione dell’edizione italiana della poesia di Aurelio Arturo
Casa al sud, a cura di Stefano Strazzabosco
Il Ponte del Sale (Rovigo, 2009)

Concerto di pianoforte di Francesca Maggini
con brani di autori classici contemporanei colombiani

5 aprile 2011 – Alfonsina Storni

invito_storni

Alfonsina Storni (1892-1938), nata nella Svizzera Ticinese e vissuta in Argentina da quando aveva quattro anni, è una delle voci fondanti dell’espressione femminile del Novecento, insieme all’uruguayana Juana de Ibarbourou e alla cilena Gabriela Mistral, in seguito primo premio Nobel ispanoamericano. Alfonsina seppe costruire un discorso poetico intenso e personale, nato dall’emozione – «non so scrivere diversamente», si giustificava – ma controllato stilisticamente con intelligenza e dimestichezza con le forme espressive dell’epoca, dal simbolismo e postmodernismo alle proposte più dirompenti dell’avanguardia. Non ancora trentenne venne insignita prima del Premio Municipale di Poesia e poco dopo del Premio Nazionale di Letteratura. Non sopportava le gerarchie della società patriarcale e disprezzava le donne sottomesse, che chiamava “pecore”, mentre con fierezza si autodefiniva “lupa”. Amata dal grande Horacio Quiroga, sentiva come lui i “disagi della civiltà” e come lui aspirava a ritornare nella natura in una comunione assoluta e redentrice. Come lui inoltre, per evitare l’umiliazione e la sofferenza di una malattia incurabile, scelse il suicidio. La sua tragica morte, in un momento in cui era già molto apprezzata dalla critica specialistica e molto ammirata a livello popolare, servì a intensificare l’aura leggendaria che la circondava.
La raccolta Senza rimedio (Irremediablemente, 1919), scritta in soli tre mesi, segna il punto più alto nella prima fase della sua evoluzione poetica. Si pubblica completa per la prima volta in italiano, accuratamente presentata, corredata da note esplicative e tradotta da Rosaria Lo Russo e Lucia Valori.
da Senza rimedio (Irremediablemente, 1919)

Introduzione e note di Lucia Valori – Versione di Rosaria Lo Russo e Lucia Valori
Postfazione di Martha Canfield
Le Lettere, «Latinoamericana», Firenze 2010
(illustrazione di copertina di Miguel Fabruccini)

 

 

OYE

 

Yo seré a tu lado silencio, silencio,
Perfume, perfume, no sabré pensar,
No tendré palabras, no tendré deseos,
Sólo sabré amar.

Cuando el agua caiga monótona y triste
Buscaré tu pecho para acurrucar
Este peso enorme que llevo en el alma
Y no sé explicar.

Te pediré entonces tu lástima, amado,
Para que mis ojos se den a llorar
Silenciosamente, como el agua cae
Sobre la ciudad.

Y una noche triste, cuando no me quieras,
Secaré los ojos y me iré a bogar
Por los mares negros que tiene la muerte,
Para nunca más.

 

    SENTI

 

Io sarò al tuo fianco silenzio, silenzio,
profumo, profumo, non saprò pensare,
non avrò parole e non desideri,
saprò solo amare.

Quando l’acqua cadrà monotona e triste
cercherò il tuo petto per poter cullare
questo peso enorme che porto nell’anima
e non so spiegare.

Ti chiederò allora compassione, amore,
perché i miei occhi si mettano a piangere
silenziosamente, come cade l’acqua
sopra la città.

E una notte triste, quando non mi amerai,
mi asciugherò gli occhi e andrò a vogare
nei mari neri che domina la morte,
per l’eternità.

 

       
       
HOMBRE PEQUEÑITO

 

Hombre pequeñito, hombre pequeñito,
Suelta a tu canario que quiere volar…
Yo soy el canario, hombre pequeñito,
Déjame saltar.

Estuve en tu jaula, hombre pequeñito,
Hombre pequeñito que jaula me das.
Digo pequeñito porque no me entiendes,
Ni me entenderás.

Tampoco te entiendo, pero mientras tanto
Ábreme la jaula que quiero escapar;
Hombre pequeñito, te amé media hora,
No me pidas más.

 

    UOMO PICCINO

 

Piccolo uomo, piccolo, piccino,
lascia il canarino che vuole volare.
Sono io l’uccellino, uomo piccolo,
lasciami saltare.

Sono stata dentro la tua gabbia, uomo
piccino, uomo piccino che in gabbia mi metti.
Ti chiamo piccino perché non mi capisci,
né mi capiresti.

Neanch’io ti capisco, però nel frattempo
aprimi la gabbia che voglio scappare;
uomo piccino, ti ho amato quel tanto,
non chiedermi altro.

 

       
       
FRENTE AL MAR

 

Oh mar, enorme mar, corazón fiero
De ritmo desigual, corazón malo,
Yo soy más blanda que ese pobre palo
Que se pudre en tus ondas prisionero.

Oh mar, dame tu cólera tremenda,
Yo me pasé la vida perdonando,
Porque entendía, mar, yo me fui dando:
«Piedad, piedad para el que más ofenda».

Vulgaridad, vulgaridad me acosa.
Ah, me han comprado la ciudad y el hombre.
Hazme tener tu cólera sin nombre:
Ya me fatiga esta misión de rosa.

¿Ves al vulgar? Ese vulgar me apena,
Me falta el aire y donde falta quedo.
Quisiera no entender, pero no puedo:
Es la vulgaridad que me envenena.

Me empobrecí porque entender abruma,
Me empobrecí porque entender sofoca,
¡Bendecida la fuerza de la roca!
Yo tengo el corazón como la espuma.

Mar, yo soñaba ser como tú eres
Allá en las tardes que la vida mía
Bajo las horas cálidas se abría…
Ah yo soñaba ser como tú eres.

Mírame aquí, pequeña, miserable,
Todo dolor me vence, todo sueño;
Mar, dame, dame el inefable empeño
De tornarme soberbia, inalcanzable.

Dame tu sal, tu yodo, tu fiereza.
¡Aire de mar!… ¡Oh tempestad! ¡Oh enojo!
Desdichada de mí, soy un abrojo,
Y muero, mar, sucumbo en mi pobreza.

Y el alma mía es como el mar, es eso,
Ah, la ciudad la pudre y la equivoca;
Pequeña vida que dolor provoca,
¡Que pueda libertarme de su peso!

Vuele mi empeño, mi esperanza vuele…
La vida mía debió ser horrible,
Debió ser una arteria incontenible
Y apena es cicatriz que siempre duele.

    DI FRONTE AL MARE

 

Oh mare, mare enorme, cuore fiero,
cuore cattivo, ritmo disuguale,
sono più dolce del povero legno
che marcisce nelle onde prigioniero.

Mare dammi la collera tremenda:
ho passato la vita perdonando.
Perché capivo, mare, fui donando
«Pietà, pietà a colui che più m’offenda».

Volgarità, volgarità mi opprime.
Ah, l’uomo e la città m’hanno comprata.
Voglio da te collera innominata:
la missione di rosa m’ha stancata.

Lo vedi quel meschino? Mi fa pena,
mi manca l’aria e resto dove manca.
Io vorrei non capire, ma non posso:
è la volgarità quel che m’intossica.

Mi sono impoverita perché abbuia
il capire, perché capire soffoca.
Benedetta la forza della rocca!
Io ho un cuore simile alla schiuma.

Mare, io sognavo d’esser come te
nelle sere lontane in cui s’apriva
nelle ore più intense la mia vita,
mare, sognavo d’esser come te.

Guardami adesso, misera, piccina,
mi vince ogni dolore ed ogni sogno.
Mare, concedimi il compito ineffabile
di diventare altera, irraggiungibile.

Dammi il tuo iodio, il sale, la violenza,
aria di mare e la tempesta e l’ira:
me derelitta, io sono un fuscello,
soccombo, mare, muoio di pochezza.

E la mia anima è il mare, è proprio quello.
Ah la città la corrompe e confonde;
piccola vita, causa di dolore,
che possa liberarmi del fardello.

Voli l’impegno, voli la speranza!
Un’arteria la mia vita terribile
doveva essere, incontenibile.
È a stento cicatrice e duole sempre.