Il grande poeta argentino Juan Gelman è morto a Città del Messico il 14 gennaio 2014. Aveva 83 anni.
Tutto il suo impegno politico e la sua tragica vicenda personale sono indissolubilmente legati alla sua attività letteraria e poetica in particolare. E la lacerazione dell’io casusatagli dal lungo esilio, sta probabilmente alla base della scelta di Gelman di usare spesso eteronimi (John Wendell, Don Pero, Sidney West e altri). È considerato uno dei maggiori poeti contemporanei e le sue opere sono state tradotte in moltissime lingue.
Hechos y relaciones (1980; Fatti e relazioni), Si dulcemente (1980; Se dolcemente), Citas y comentarios (1982; Citazioni e commenti), e Composiciones (1986; Composizioni). Carta a mi madre (1999; Lettera a mia madre). Nel 2006 Doveri dell\’esilio, in occasione dell\’assegnazione del premio internazionale di poesia civile di Vercelli. Valer la pena 2007.Epitafio
Un pájaro vivía en mí. Una flor viajaba en mi sangre. Mi corazón era un violín.
Quise o no quise. Pero a veces me quisieron. También a mí me alegraban: la primavera, las manos juntas, lo feliz.
¡Digo que el hombre debe serlo!
Aquí yace un pájaro. Una flor. Un violín.
Juan Gelman